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Interviste – La finestra sull’HR

Intervista a paolo almagioni, direttore formazione di humanitas research hospital

Formazione in azienda, aula o e-learning? Lo chiediamo a chi lavora nel settore HR per condividere esperienze e scelte.
Inauguriamo il nostro ciclo di interviste ai professionisti della formazione chiacchierando con Paolo Almagioni, Direttore Formazione di Humanitas Research Hospital.

D: Parliamo dell’e-learning, ci si divide tra entusiasti e scettici. Lei come si colloca?

R: Sono un sostenitore pragmatico: bisogna sapere quando usarlo, su che temi e per quale target.

Partiamo dalle tematiche, qui in Humanitas abbiamo preferito cominciare ad utilizzare l’e-learning per tutta la formazione obbligatoria, quindi le varie normative, mentre per procedure o formazione tecnico-professionale, abbiamo realizzato qualche esperienza interessante ma continuiamo a preferire l’aula.

A parte questa distinzione circa le tematiche, la scelta tra l’una o l’altra metodologia dipende anche dalla vastità della popolazione da formare e dalla loro dislocazione.

In ultimo, ma questo è un punto essenziale per lo sviluppo dell’e-learning nelle aziende, bisogna tener conto della cultura dell’apprendimento dei discenti che si vogliono coinvolgere.

D: Cosa intende per “cultura dell’apprendimento”?

R: È quel quid alla base della formazione, in particolare dell’e-learning. È la spinta a migliorarsi, ad apprendere per se stessi. Mi spiego, l’aula è sia un’esperienza formativa, che un momento socializzante. Sei spinto a “fare” o a “imparare” anche dagli altri. Di contro, l’e-learning è espressione della formazione singola. Ecco, la cultura dell’apprendimento è proprio questa propensione a intraprendere anche uno studio personale che porterà a una crescita personale.

D: Uno dei problemi dell’e-learning è riuscire ad abbattere i pregiudizi e ad accendere nell’individuo la “cultura dell’apprendimento”.

R: Sì, è vero. Ma è anche vero che le trasformazioni hanno bisogno di azioni continue ed è necessario non scoraggiarsi.

Qui in Humanitas abbiamo sempre supportato l’e-learning e l’azienda, come me, ha creduto e crede in questa tipologia di formazione.

Nel 2006 abbiamo installato la nostra piattaforma on line (moodle n.d.r.) e ad oggi posso dire che è stata un’esperienza di successo.

D: Qual è la chiave del suo successo?

R: Parlare con la gente, a tu per tu. Abbiamo diffuso la cultura dell’apprendimento con un’azione capillare di passaparola; individuato veri e propri influencer; supportato e sollecitato i colleghi all’utilizzo della piattaforma. Un’altra scelta che si è dimostrata vincente è stata la trasformazione del welcome day in welcome week. Abbiamo deciso di formare i nuovi assunti in aula, con momenti affidati a docenti “tradizionali” ma anche tramite e-learning.

Per tutta la durata dei loro corsi, i discenti possono chiedere aiuto ai tutor e, banalmente, comprendere ad esempio come usare la piattaforma. In questa maniera si abbatte la resistenza tecnologica e si allena il discente all’utilizzo e alla fruizione dell’e-learning.

D: Riunite nella stessa aula persone con corsi differenti?

R: Esatto, è un altro vantaggio: la formazione resta individuale e laddove non ci sono i numeri per creare un corso d’aula, si usa l’e-learning dal vivo, con un tutor in presenza.

D: Quindi l’ingaggio è lasciato alla comunicazione, addirittura one-to-one. Mi chiedevo, però, che tipologia di corsi avete, perché sponsorizzare corsi piacevoli, se non avvincenti, è certamente qualcosa che aiuta molto.

R: I nostri corsi sono semplici, ma mantengono un alto livello di interattività. Decisamente piacevoli, sono dell’idea che investire un po’ di più per aumentare l’appealing, e quindi l’ingaggio, sia la scelta migliore da fare.

Voglio precisare, però, che la piacevolezza di un corso aiuta la diffusione della volontà di formarsi, ma non c’è solo questo: c’è anche la comprensione di star facendo qualcosa per se stessi. Come dicevo prima, l’e-learning necessita di un approccio maturo, che mette in gioco l’individuo.

D: La cultura dell’apprendimento eviterebbe anche l’annoso problema del corso fatto fare a terzi…

R: Anche quello fa parte della responsabilità personale, la scelta di compiere azioni che sfocino nell’illecito penale è sempre appannaggio del singolo.  Ma un sistema di e-learning evoluto, che permette il tracciamento, assicura l’erogazione di una formazione seria e valida.

È stato grazie alla serietà e completezza del nostro sistema di e-learning che Humanitas, insieme con altri ospedali lombardi e col supporto di Assolombarda, ha avuto l’opportunità di dialogare con Regione Lombardia in merito alla formazione sul Testo Unico sulla sicurezza e salute sul lavoro, estendendo all’e-learning anche le tematiche relative ai rischi specifici nel contesto sanitario.

D: Mi sta dicendo che è merito di questa iniziativa se in tutte le aziende sanitarie lombarde possono avvalersi dell’e-learning anche per questo?

R: Esatto, abbiamo dato un contributo credo importante in modo che in Lombardia potesse iniziasse una sperimentazione del genere, poi siglata nella circolare N.17[far scaricare pdf circolare]. È stato un buon esempio di collaborazione fruttuosa tra pubblico e privato in un settore di pubblica utilità.

D: Complimenti! Adesso dobbiamo solo sperare che la sperimentazione venga importata anche da altre regioni…

R: Sì, lo spero. Consideri che i nostri istituti, come Gruppo Humanitas formano oltre tremila persone appartenenti a profili professionali molto diversificati, organizzare corsi sui rischi specifici è sempre stato arduo. Con l’e-learning, grazie proprio alla sua capacità intrinseca di essere tracciato in maniera obiettiva ed esatta e di rispondere ad una profilazione individuale, non solo abbiamo abbattuto le difficoltà organizzative, ma anche permesso di raggiungere una piena compliance, evitando l’esaurimento nervoso di partecipanti e organizzazatori!

D: Prima di salutarci, l’ultima domanda: qual è il corso e-learning che le è piaciuto di più e perché?

R: Sono due i corsi che mi piace ricordare perché emblematici, uno è sulla gestione dei rifiuti e l’altro sulla movimentazione dei pazienti. In entrambi i corsi abbiamo utilizzato dei video formativi in cui gli attori/formatori erano i colleghi stessi. Questo ha permesso un maggior engagement, proprio per la riconoscibilità degli attori.

Un’altra esperienza positiva, fatta di recente, è con alcuni brevi video fatti per la nostra università di infermieristica, che si sono dimostrati molto efficaci per far conoscere agli studenti, ma anche ai giovani infermieri, alcune procedure tecniche di base.

La lunga e piacevolissima chiacchierata col dottor. Almagioni lascia spazio a un’idea dell’e-learning scevra da facili ottimismi o vecchi pregiudizi, mostrando come, un professionista del settore, sappia comprendere le difficoltà sociali, culturali ed economiche, e costruire una cultura dell’apprendimento che ripaghi gli sforzi sostenuti.

 

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