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Realtà aumentata: oltre Pokémon-Go, lo sbarco nelle aziende.

Realtà aumentata: oltre Pokémon-Go, lo sbarco nelle aziende.

Come la realtà aumentata, da fenomeno ludico diventa essenziale per aumentare la produttività aziendale e un nuovo strumento di formazione.

Vi ricordate il luglio 2016 e il fenomeno virale di PokémonGO?

Milioni di persone che camminavano per il mondo imbracciando il cellulare come fosse un’arma, per catturare fantomatici personaggi: i Pokémon, che spuntavano come funghi dietro ogni angolo, popolando la mappa del nostro quartiere. E’ stato un enorme successo, grazie anche all’alto grado di interazione tra la realtà e la finzione.
Quell’applicazione è stata creata ricorrendo all’utilizzo della realtà aumentata.
Ma, di cosa parliamo quando si parla di realtà aumentata?

Partendo dal presupposto che il digitale è entrato a far parte a pieno titolo della nostra vita e del nostro modo di fare esperienza nel mondo, e che il confine tra supporti digitali e realtà si è fatto molto più labile, su questa linea di confine si situa la tecnologia chiamata in inglese Augmented reality e consiste nella sovrapposizione, all’interno del medesimo campo visivo, di due layer informativi: uno reale e uno virtuale.

L’integrazione dei due livelli, realizzata mediante un device appositamente configurato, permette di ottenere uno “strato” maggiore d’informazioni e consente una migliore interazione con l’ambiente che ci circonda.

Va da sé che colossi tecnologici come Google e Apple stiano investendo milioni di dollari in tecnologie per lo sviluppo di soluzioni hardware per sistemi di realtà aumentata.

Il fatto che però venga ancora considerata dai più come un insieme di strumenti per l’intrattenimento e il gaming, vedi appunto Pokémon Go, è solo un dettaglio della realtà che si sta trasformando sotto i nostri occhi.

La diffusione massiva e l’interesse crescente verso questa tecnologia, impone nuove riflessioni sul fenomeno e una maggiore attenzione alle possibili applicazioni che esulino dal contesto videoludico e di intrattenimento e riguardino più da vicino dimensioni educative, di ottimizzazione dei processi di lavoro e di miglioramento delle condizioni della società.

Un interessante e approfondito articolo uscito su Harvard Business Review di Michael Porter, accademico e economista statunitense, attento osservatore anche della realtà dell’innovazione tecnologica e digitale e delle implicazioni per la strategia aziendale, dice proprio che la realtà aumentata nei prossimi anni trasformerà il nostro modo di imparare, decidere e interagire con il mondo fisico, e cambierà il rapporto fra le imprese e i loro clienti, il modo di generare valore e la stessa capacità di competere. Soprattutto, sarà la nuova interfaccia fra l’uomo e la macchina.
Le tecnologie alla base della realtà aumentata esistono già tutte e gli strumenti di applicazione sono già di uso relativamente comune, anche se di costo ancora piuttosto elevato. Per gestire e sfruttare la realtà aumentata si parte sostanzialmente da una videocamera le cui immagini vengono poi sovrapposte a immagini digitali per creare una nuova visione di potenza incrementata che migliora l’esperienza concreta dell’utilizzatore.
L’articolo di Porter spiega in modo estremamente preciso non solo il mercato potenziale di questa tecnologia (60 miliardi già nel 2020) ma i diversi utilizzi che se ne potranno fare: in campo medico o automobilistico, nel marketing come nella produzione, nella manualistica e nell’apprendimento.
Oggi quasi tutte le applicazioni di realtà aumentata passano per l’uso di dispositivi mobili, ma in futuro prevarranno quelli indossabili, oggi comunemente noti col termine smart glass, resi celebri da strumenti come i Google Glass, cui si stanno già aggiungendo, con ritmo frenetico, nuovi dispositivi di Microsoft e Apple, per citare i più noti.

Perché le aziende dovrebbero investire in formazione attraverso l’utilizzo della realtà aumentata?

Per prima cosa per offrire ai partecipanti nuovi modi, spesso molto coinvolgenti, di interagire e confrontarsi con l’ambiente circostante, in maniera immersiva ed emozionante.

Uno studio effettuato dal laboratorio nazionale per la formazione negli Stati Uniti afferma che i tassi di ritenzione mnestica (ovvero la capacità di ricordare ciò di cui si ha avuto esperienza) cresce fino a raggiungere un tasso del 75% nel caso di realtà aumentata.
In secondo luogo per le potenzialità che questa tecnologia offre in termini di iperrealismo e interazione. Pensiamo, per esempio agli addestramenti on-site, costosi e a volte pericolosi. Con la realtà virtuale interi scenari possono essere ricreati, in modo che tutti gli elementi presenti reagiscano agli input dell’utente in tempo reale ma con un alto grado di sicurezza.

Altro importante vantaggio si riscontra nell’abbattimento e sovrapposizione dei tempi di formazione teorica e pratica. Grazie alla realtà aumentata, le istruzioni riportate su manuali o i contenuti testuali possono essere riprodotti direttamente sui dispositivi di utilizzo con un notevole risparmio di tempo.

Per saperne di più scriveteci a formazione@kibernetes-rm.it

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